Carpe diem di Orazio

Testo, traduzione, commento e riferimenti storici

di Erik Lazzari

Carpe Diem: il messaggio immortale di Orazio

Quante volte si sente o si legge l’espressione Carpe Diem? Questo invito a “cogliere l’attimo” è diventato nel tempo un motto universale, un’esortazione a vivere intensamente il tempo presente. Dietro a queste due parole latine, in realtà, si cela un significato molto più profondo, che affonda le radici nella poesia di Quinto Orazio Flacco, uno dei più grandi letterati latini della Roma antica. Il Carpe Diem nasce in un contesto storico, filosofico e letterario ben preciso, ma permane ancora oggi alle nostre vite moderne, sospese tra l’incertezza del futuro e la frenesia del presente.

Il Carpe Diem appare nella celebre Ode a Leuconoe (Odi, I, 11).

Testo

Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoë, nec Babylonios
temptaris numeros. ut melius, quidquid erit, pati!
seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum. Sapias, vina liques et spatio brevi
spem longam reseces. dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.

Traduzione

Non chiedere, Leuconoe, è peccato sapere quale fine
gli dèi abbiano destinato a me e a te,
e non affidarti ai calcoli babilonesi.
Quanto (è) meglio, qualunque cosa accadrà, accettarla!
Sia che Giove ti conceda molti inverni, sia che abbia assegnato come ultimo,
quello che sfianca il mar Tirreno con rocce di pomice,
sii saggia, filtra il vino e recidi le speranze troppo lunghe:
mentre parliamo, il tempo invidioso è già fuggito;
cogli l’attimo, confidando il meno possibile nel domani.

Questi versi contengono un profondo insegnamento: la vita è incerta e ogni attimo va vissuto appieno. Il futuro è fuori dal nostro controllo e interrogarsi sul destino è inutile; la saggezza consiste proprio nell’accettare quanto il tempo ci offre, godendo il singolo momento.

Carpe Diem e la filosofia dell’epicureismo

Il concetto di Carpe Diem si collega strettamente all’epicureismo, una filosofia diffusasi nel periodo ellenistico e adottata da Orazio con grande equilibrio. Epicuro insegnava la ricerca della felicità attraverso l’atarassia (tranquillità), intesa come assenza di dolore e serenità interiore.

Orazio traduce questa visione nella propria poesia, con uno stile sobrio e misurato. Per il poeta romano “cogliere l’attimo” non significa abbandonarsi agli eccessi, bensì vivere con pienezza ciò che si possiede, senza farsi angosciare da ciò che il futuro potrebbe riservare.

… È un invito a vivere il presente

Il Carpe Diem oraziano è un invito universale e senza tempo: è fondamentale vivere il presente con consapevolezza, senza rimpiangere il passato o temere il futuro. La vita è costituita da piccoli momenti da cogliere, apprezzando la semplicità delle incombenze quotidiane.

Questa idea si contrappone al memento mori (ricorda che devi morire), un altro concetto della cultura latina, che sottolinea la fragilità dell’esistenza e spinge a riflettere sulla morte. Mentre il memento mori assume toni più malinconici, il Carpe Diem è un messaggio di gioia, una celebrazione del presente.

Anche Lorenzo de’ Medici, nel Rinascimento italiano, riprese il concetto di Carpe Diem nella celebre Canzona di Bacco (o Trionfo di Bacco e Arianna), con il celebre verso:

Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

In questi versi vi è altresì l’invito a vivere il presente, perché la giovinezza è effimera e il futuro incerto. Vi è però una differenza con l’ode di Orazio: il Carpe Diem è legato alla saggezza e alla moderazione, mentre Lorenzo de’ Medici lo interpreta in una chiave più gioiosa e festosa, esaltando i piaceri della vita e della gioventù.

Il Carpe Diem nella cultura moderna

L’invito di Orazio a vivere il presente ha attraversato i secoli, influenzando profondamente la cultura moderna. Un esempio celebre è il film L’Attimo Fuggente (1989), in cui il professor Keating, interpretato da Robin Williams, sprona i suoi studenti a “cogliere l’attimo” e a trovare la propria strada nella vita.

Anche nella letteratura, nella musica e nell’arte contemporanea, il Carpe Diem continua ad essere un tema centrale. Cantanti, scrittori e filosofi ne hanno dato diverse interpretazioni, riscoprendone l’importanza nei momenti di crisi o di svolta personale.

Il Carpe Diem di Orazio è sia una frase ad effetto sia un invito a vivere con consapevolezza e responsabilità. Ci ricorda che la vita è un dono fragile e che ogni giorno deve essere colto come un frutto maturo, con gratitudine e moderazione.

 

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Continuando la navigazione accetti l'utilizzo dei cookie, per maggiori informazioni visita la cookie policy

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Privacy Policy


Cookie Policy

Chiudi