Il Trionfo di Bacco e Arianna

di Erik Lazzari

Il Trionfo di Bacco e Arianna

Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, scrisse la Canzona di Bacco (o Trionfo di Bacco e Arianna) in occasione del Carnevale del 1490, epoca in cui l’autore era al governo di Firenze.

Testo

1. Quant’è bella giovinezza
2. che si fugge tuttavia!
3. Chi vuole esser lieto, sia:
4. di doman non c’è certezza.
5. Quest’è Bacco e Arïanna,
6. belli, e l’un dell’altro ardenti;
7. perché ’l tempo fugge e inganna,
8. sempre insieme stan contenti.

9. Queste ninfe e altre genti
10. sono allegri tuttavia.
11. Chi vuole esser lieto, sia,
12. di doman non c’è certezza.
13. Questi lieti satiretti,
14. delle ninfe innamorati,
15. per caverne e per boschetti
16. han lor posto cento agguati;

17. or da Bacco riscaldati,
18. ballon, salton tuttavia.
19. Chi vuole esser lieto, sia,
20. di doman non c’è certezza.
21. Queste ninfe anche hanno caro
22. da lor essere ingannate:
23. non può fare a Amor riparo,
24. se non gente rozze e ingrate:

25. ora insieme mescolate
26. suonon, canton tuttavia.
27. Chi vuole esser lieto, sia:
28. di doman non c’è certezza.
29. Questa soma, che vien drieto
30. sopra l’asino, è Sileno:
31. così vecchio è ebbro e lieto:
32. già di carne e d’anni pieno;

33. se non può star ritto, almeno:
34. ride e gode tuttavia.
35. Chi vuole esser lieto, sia:
36. di doman non c’è certezza.
37. Mida vien drieto a costoro:
38. ciò che tocca, oro diventa.
39. E che giova aver tesoro;
40. s’altri poi non si contenta?

41. Che dolcezza vuoi che senta
42. chi ha sete tuttavia?
43. Chi vuole esser lieto, sia:
44. di doman non c’è certezza.
45. Ciascun apra ben gli orecchi,
46. di doman nessun si paschi,
47. oggi sìan, giovani e vecchi,
48. lieti ognun, femmine e maschi.

49. Ogni tristo pensier caschi:
50. facciam festa tuttavia:
51. Chi vuol esser lieto, sia:
52. di doman non c’è certezza.
53. Ciascun suoni, balli e canti,
54. arda di dolcezza il core:
55. non fatica, non dolore!
56. Ciò che ha esser, convien sia!

57. Chi vuole esser lieto, sia:
58. di doman non c’è certezza.

Parafrasi discorsiva

(vv.1-4) Come è bella la giovinezza, che fugge rapidamente. Chi vuole essere felice, lo sia: non c’è alcuna certezza per il futuro.

(vv.5-13) Questi sono Bacco e Arianna, belli e innamorati l’uno dell’altro: dato che il tempo scorre e tradisce, stanno sempre insieme e felici.
Queste ninfe e gli altri (personaggi della mitologia presenti nel corteo) sono sempre allegre.
Chi vuole essere felice, lo sia: non c’è alcuna certezza per il futuro.

(vv.13-20) Questi allegri piccoli satiri (i satiri, nella mitologia classica, erano gli spirti dei boschi e della vita selvaggia, simbolo dei desideri più istintivi. Facevano parte del corteo di Dionisio e avevano un aspetto umano ma con barba e zoccoli e più anziani con orecchie di cavallo), innamorarti delle ninfe, nelle caverne e nei i boschetti, hanno loro teso innumerevoli insidie (infastidire le ninfe è uno dei passatempi preferiti dei satiri); ora, riscaldati dal vino (da Bacco), ballano e saltano (la desinenza in -on – “salton, ballon” era molto utilizzata dagli antichi scrittori fiorentini) in continuazione.
Chi vuole essere felice, lo sia: non c’è alcuna certezza per il futuro.

(vv.21-28) Queste ninfe hanno anche piacere a essere così ingannate e catturate (corteggiate) dai satiri: soltanto le persone rozze e insensibili possono opporre resistenza all’amore: ora, mescolate insieme, suonano e cantano sempre.
Chi vuole essere felice, lo sia: non c’è alcuna certezza per il futuro.

(vv.29- 36) Questo peso, che vien dietro sopra l’asino, è Sileno (precettore e amico di Bacco): (benché sia) così vecchio è ubriaco e allegro, pieno di grasso (carne) e anni; (anche se) non riesce a stare dritto (sull’asino), almeno ride e se la gode comunque.
Chi vuole essere felice, lo sia: non c’è alcuna certezza per il futuro.

(vv.37-44) Mida (in origine Mida era un satiro, poi ritenuto re di Frigia; Bacco gli diede il potere di mutare in oro ciò che toccava) li segue: ciò che tocca diventa oro. E a cosa serve avere ricchezze se uno poi non si accontenta? Che piacere vuoi che provi chi continua ad avere sete?
Chi vuole essere felice, lo sia: non c’è alcuna certezza per il futuro.

(vv.45-52) Ognuno apra bene le orecchie, nessuno si nutra (si paschi) del domani; siano oggi, femmine e maschi, giovani e vecchi, tutti felici; si abbandoni ogni pensiero triste: facciano festa comunque.
Chi vuole essere felice, lo sia: non c’è alcuna certezza per il futuro.

(vv.53-60) Donne e giovani amanti, viva la gioia portata dal vino e dall’ebrezza (viva Bacco) e viva Amore! Ognuno suoni, balli e canti! Il cuore si scaldi di dolcezza! Nessuno pensi alla fatica né al dolore! Ciò che deve accadere, accada pure.
Chi vuole essere felice, lo sia: non c’è alcuna certezza per il futuro.

Analisi del testo

Il componimento, scritto da Lorenzo de’ Medici in occasione del Carnevale del 1490, celebra la festa che nel calendario precede le proibizioni quaresimali. Sul piano metrico, il Trionfo di Bacco e Arianna, ubbidisce alle regole del canto carnascialesco (o carnevalesco), un genere particolare di canzone a ballo (ballata), caratterizzato da testi grossolani e spesso volgari. Nella poesia di Lorenzo, però, il canto assume toni più pensosi, risolvendosi in una meditazione sulla brevità della vita.
A guidare la processione sono Bacco, il dio del vino e della gioia, e la sua sposa Arianna, simbolo di giovinezza eterna. A seguire compaiono i personaggi che figurano tradizionalmente nel corteo di Bacco: ninfe e satiri, rappresentati dall’amore sensuale, e il vecchio Sileno, sempre ubriaco e privo di pensieri; l’unica figura “negativa” è inscenata dal re Mida, emblema dell’insaziabile avidità umana.

– Approfondimento –

Il componimento unifica la tradizione classica, rimarcata nei richiami mitologici, con quella volgare della ballata. Il ritornello «Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza» sembra ripetere lo spensierato precetto del carpe diem (“cogli l’attimo”) dell’undicesima Ode del poeta latino Orazio. 

Commento

Al centro del testo vi è l’invito tipicamente carnascialesco a godere dell’esistenza e delle gioie dell’amore, in contrasto allo stile di vita improntato alla moderazione e alla temperanza. L’immagine di Mida – persona avida che ha il potere di trasformare in oro quanto tocca, punita dal dio Bacco -, simboleggia la cupidigia umana e rappresenta l’incapacità di apprezzare il presente, nell’ansia di un futuro che si spera più bello, ricco e soddisfacente.
Nella ballata emerge un’ombra di malinconia: Lorenzo, infatti, evidenzia l’importanza di apprezzare il presente non solo durante il Carnevale, momento della trasgressione e del divertimento, ma ogni giorno bisogna valorizzare le gioie dell’esistenza e i suoi veri valori. Il futuro è incerto e la vita è breve.

Personaggi

  • Bacco: Dio del vino e dell’ebrezza.
  • Arianna: figlia di Minosse (re di Creta) e moglie di Bacco. Arianna, secondo la tragedia “Baccanti” di Euripide, ebbe aiutato, per amore, Teseo ad uccidere il Minotauro; abbandonata poi da Teseo sull’isola di Nasso (Grecia), ella era stata ritrovata e consolata da Bacco.
  • Ninfe: divinità minori femminili legate alla natura, custodivano i boschi, i monti, gli alberi, le acque e le sorgenti.
  • Satiri: divinità minori maschili dall’aspetto per metà uomo e per metà caprino, con zampe, coda e corna. Vivono nei boschi e nei monti.
  • Sileno: satiro anziano e grasso; precettore e amico di Bacco.
  • Mida: re della Frigia che riportò il vecchio Sileno, smarritosi nei boschi della sua regione, al dio Diònisio; venne ricompensato con il privilegio di mutare in oro tutto ciò che toccava. Quando però si accorse che anche il cibo diventava d’oro, per non morire di fame, dovette restituire il dono a Bacco, sebbene fosse bramoso di accumulare ricchezze sempre più grandi.

Analisi metrica

Il Trionfo di Bacco e Arianna è una canzone a ballo, detta anche ballata, costituita da sette stanze di versi ottonari, precedute da una ripresa di quattro versi.
Alla fine di ogni stanza, come ritornello, vengono ripetuti gli ultimi due versi della ripresa.
Lo schema metrico della ripresa è il seguente: xyyx; quello delle stanze: abab byyx.
La ripresa e la sirma di goni stanza hanno coincidenza di rime (x_y) ma anche di parole (tuttavia, sia, certezza), ad eccezione dell’ultima stanza dove compaiono sia, sia, certezza.
La sintassi è semplice e il ritmo è agile e veloce. Lo stile, semplice, si accorda bene con il ritmo saltellante delle prime sei stanze e con quello rallentato della stanza finale.

Figure retoriche

  • Anafora: “questa/questa” (vv. 5-9-13-21-29).
  • Anacoluto: “Quest’è Bacco e Arianna” (v.5). L’errore grammaticale rimarca l’unità di Bacco e Arianna innamorati.
  • Chisamo: “così vecchio è ebbro e lieto: / già di carne e d’anni pieno;” (vv.31-32).
  • Climax: “Ciascun suoni, balli e canti, / arda di dolcezza il core: / non fatica, non dolore!” (vv. 53-54).
  • Domanda retorica: “E che giova aver tesoro; / s’altri poi non si contenta? / Che dolcezza vuoi che senta / chi ha sete tuttavia?” (vv. 39-42)
  • Epifora: “tuttavia” (vv.2-10-18-26-34-42-50-57).
  • Iperbole: “per caverne e per boschetti / han lor posto cento agguati” (vv.15-16).
  • Litote: “non può fare a Amor riparo, / se non gente rozze e ingrate:” (vv.23-24). Solamente coloro che non hanno empatia e che sono privi di cultura possono resistere all’amore.
  • Metafora: “questa soma” (v. 29); “di doman nessun si paschi” (v.46).
  • Parallelismo: “oggi sìan, giovani e vecchi, / lieti ognun, femmine e maschi.” (vv.47-48). Lorenzo evidenzia che tutti dovrebbero godere della giovinezza e della vita.
  • Personificazione: “da Bacco riscaldati” (v. 17); “Amor” (v.23).
  • Poliptoto: “Chi vuol esser lieto, sia” (ritornello); “Ciò che ha esser, convien sia!” (v. 56). L’autore afferma che è necessario godere dei piaceri della vita il prima possibile (prima che sia troppo tardi).
  • Sineddoche: “doman” (presente nel ritornello): con “domani”, Lorenzo, intende il futuro.

Per ripassare le varie figure retoriche, clicca qui.

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