Le principali forme metriche della poesia italiana: il sonetto, la canzone e la ballata.
Il sonetto
Il sonetto è il componimento metrico più antico della letteratura italiana.
Viene definito un componimento chiuso poiché non è modificabile nella sua struttura portante (versi e strofe).
Il sonetto è formato da quattordici versi endecasillabi suddivisi in due quartine e in due terzine.
Lo schema metrico delle quartine è il seguente: rima alternata ABAB o rima incrociata ABBA.
Lo schema metrico delle terzine è il seguente: rima replicata CDE CDE oppure rima alternata CDC DCD.
I poeti che utilizzarono il sonetto furono: Francesco Petrarca, William Shakespeare, Goethe e Ugo Foscolo.
Alessandro Manzoni e Giacomo Leopardi utilizzarono altre forme liriche.
In passato il sonetto veniva cantato, infatti, la parola sonetto deriva dal provenzale sonet = suono.
L’ideatore del sonetto fu Jacopo da Lentini, o Giacomo da Lentini, uno dei maggiori esponenti della Scuola siciliana.
La canzone
La canzone è così definita poiché originariamente veniva cantata con l’accompagnamento di uno strumento musicale.
È la forma più illustre della lirica italiana, venne introdotta in Italia dai trovatori provenzali e fu utilizzata nella Scuola siciliana, nello Stilnovo, da Dante Alighieri e da Francesco Petrarca.
La canzone è formata da più strofe definite stanze.
I versi utilizzati sono endecasillabi e settenari alternati.
Ogni stanza (strofa) è divisa in fronte e sirma.
La fronte è divisa in piedi, identici nel numero di versi, possono però presentare uno schema metrico diverso.
La sirma può essere divisa in parti simmetriche chiamate volte, hanno uguale numero di versi e hanno lo stesso schema metrico.
Se la canzone termina con una stanza diversa dalle altre essa prende il nome di congedo. (il poeta si rivolge alla sua stessa canzone).
A seconda delle rime, le stanze si distinguono in:
- stanza unissonas => utilizzano sempre le medesime rime;
- stanze capcaudadas => la prima rima di una strofa coincide con l’ultima della strofa precedente;
- stanze capfinidas => Il primo verso riprende una parola dell’ultimo verso della strofa precedenti;
La ballata:
La ballata è una forma di origine popolare accompagnata da musica e canto, comparve intorno alla metà del XIII secolo a Firenze e a Bologna. Venne in seguito perfezionata dagli Stilnovisti e da Francesco Petrarca.
La Scuola siciliana non utilizzò mai la ballata, la utilizzarono Guittone d’Arezzo e Jacopone da Todi (poeti religiosi).
La ballata è introdotta da un ritornello chiamato ripresa, intonato dal coro; il ritornello si ripete alla fine di ogni stanza.
Essa è costituita da versi endecasillabi.
A seconda del numero di versi della ripresa, la ballata è definita:
- ballata grande => il ritornello è di quattro versi;
- ballata mezzana => il ritornello è di tre versi;
- ballata minore => il ritornello è di due versi;
- ballata piccola => il ritornello è di un solo verso;
- ballata stravagante => il ritornello è formato da più di quattro versi.
Buono studio
Lo Stilnovo – La vita di Dante Alighieri